Il respiro del vino – prof. Luigi Moio

Del prof. Luigi Moio, uno dei massimi esperti di enologia italiana, ordinario all’Università di Napoli Federico II, presidente della commissione di enologia dell’Oiv, ma anche esperto scientifico per il Mipaaf, consulente di numerose Cantine del Centrosud e produttore in prima persona nell’azienda di famiglia Quintodecimo a Mirabella Eclano, in provincia di Avellino.
Un viaggio affascinante alla scoperta di quella sfera invisibile, alle volte complicata, del vino che sono i suoi profumi, ma spiegato con un linguaggio semplice e discorsivo, mai assolutamente approssimativo, arricchito di simpatici aneddoti che rende quasi simpatica la chimica; per me davvero illuminante visti i miei noti problemi sull’esame olfattivo del vino. Da dire però che niente sostituisce il “lavoro sul capo”, cioè imparare ad annusare e immagazzinare tutti i profumi che ci circondano, crearsi una sorta di archivio mentale degli odori, per poter così dare descrizioni più accurate, però il libro da una chiave di lettura “odorosa” ben impostata e spiegata che mi ha molto aiutato a dipanare una matassa che, ogni tanto, mi metteva davvero in crisi.
Il libro però crea un excursus a tutto tondo sul mondo del vino dalle basi della tecnica enologica, cosa avviene nella fermentazione, come agiscono i lieviti, perché si fa la fermentazione malolattica, perché si raccolgono le uve in sovramaturazione, che cos’è il terroir e via discorrendo. 
Insomma, a mio avviso, una bella lettura sia per esperti del settore che per appassionati che vogliono capirci un poco di più dell’affascinante mondo del vino, perchè si possono sentire una così grande varietà di profumi, come catalogarli, riconoscerli e soprattutto apprezzarli.

Vi parlerò di quel profumo coinvolgente, di quel suo respiro trattenuto, al quale è impossibile opporre resistenza, che anticipa tutto ciò che si sente in bocca subito dopo aver avvicinato il bicchiere alle labbra. Di quel profumo che può essere un effetto del sole di un’alba radiosa o delle nuvole che precedono la pioggia. Di quel profumo che forse è l’aspetto sensoriale più straordinario del vino, perché è anche il linguaggio della sua composizione, della sua storia, delle sue tradizioni, dei territori in cui nasce e dei microclimi che ne accarezzano i giorni. Il vino è la sintesi sorprendente dei profumi di tutto ciò che ci circonda, perché ha nella sua natura più profonda le tracce della terra, dei fiori, dei frutti, delle spezie, del mare, della montagna, del vento, della luce e di tante altre cose che nobilmente rappresenta. L’atto iniziale di chiunque si avvicini al vino è infatti quello di portare il calice al proprio naso per sentirne il profumo, roteando delicatamente il bicchiere, affinché il vino in esso contenuto, simile alla Terra che ruota intorno al proprio asse, possa sprigionare la sua intimità olfattiva. Da quando esiste l’uomo, nella sua cultura gastronomica non c’è altra bevanda o cibo che preveda questo meraviglioso rituale di incontro tra sensibilità, natura ed emozione. È una gestualità mitica, quella legata al vino, che con la sua delicatezza ci aiuta a riappropriarci del nostro tempo e del nostro equilibrio interiore. Sarò certamente felice, perciò, se voi gentili lettori, arrivati all’ultima pagina, riporrete soddisfatti e arricchiti questo mio libro e un attimo dopo vi lascerete prendere dalla curiosità di stappare un’ottima bottiglia del vino che preferite per scoprire l’invitante e meraviglioso mondo di profumi che vi è racchiuso. 

Luigi Moio