Azienda Agricola Zidarich – Prepotto (Trieste)

L’Azienda Agricola Zidarich, Località Prepotto (Duino Aurisina), 30 anni di attività e una cantina scavata nella roccia divenuta un mito per gli amanti del settore, quasi 10 ettari di vigne, una vista magnifica che si apre sul golfo di Trieste, l’amore per il Carso e vini conosciuti in tutto il mondo.

La cantina
Inaugurata il 03.07.2009, dopo quasi 10 anni di lavoro, progettata da un unico architetto: Paolo Meng (classe 1933…) si sviluppa su 1200 metri quadrati, divisi in cinque piani, con una profondità di 20 metri, interamente scavata nella roccia carsica. L’intero ciclo produttivo dell’azienda si sviluppa sotto maestose volte di pietra, una diversa dall’altra, dislocato come quasi un labirinto, in diverse sale di invecchiamento, lavorazione e, ancora in progetto, una sala di degustazione. Tutta la terra e pietra rimossa durante gli scavi son state ricollocate nei vigneti e muri, per dimostrare in modo tangibile il rispetto e l’amore per il territorio. Tutti i vini, grazie alla profondità della cantina, seguono i vari processi dalla vinificazione all’imbottigliamento “a caduta”, per effetto della gravità, senza l’interazione di macchinari. Imponenti gli enormi tini in pietra per la macerazione della Vitovska. Nessuna ventilazione artificiale grazie alle fessure naturali nella roccia (richiudibili manualmente), niente umidificatori o ventilatori, ma una temperatura e umidità costanti dall’estate più torrida all’inverno più rigido.
La cantina non è fotografabile (ma on line trovate diverse fotografie molto belle, un esempio: qui e qui ) e visitabile su appuntamento.

I vini
Apprezzati indubbiamente in tutta Italia (il Corriere della Sera ha classificato la loro Vitovska 2016 tra i migliori 100 vini italiani e Luca Gardini, nella nuova classifica dei 50 migliori vini al mondo 2018, colloca la Vitovska 2016 al 35° posto) e nel mondo (erano appena rientrati da un tour in America per degustazione di Slow Wine a San Francisco).
Quattro diverse linee di vini prodotti: Classica, Collezione, Green e Kamen (pietra)

La degustazione

I Bianchi

Vitovska 2015, linea classica
Vendemmia: manuale in piccole cassette.
Vinificazione: diraspatura, fermentazione e macerazione sulle bucce in tini aperti con più follature
giornaliere e nessun controllo di temperatura. Lieviti autoctoni.
Fermentazione malolattica: in botti grandi di rovere
Affinamento: in botti medie e grandi di rovere di Slavonia per due anni.
Imbottigliamento: senza filtrazione e nessun tipo di stabilizzazione.
Commercializzazione: dopo due anni.
Giallo dorato non totalmente limpido, ma la lieve velatura ne aumenta sicuramente il fascino. Al naso fruttato e minerale con note di frutta cotta e salsedine, erbe balsamiche come timo e rosmarino, tipiche del vino, ti riportano direttamente sulle bianche rocce carsiche battute dalla Bora dove queste stoiche viti lottano per crescere. Al gusto scorrevole, subito complesso nella sua mineralità, spigoloso, ma al contempo gentile, buona la freschezza data da un’acidità che comunque si armonizza in modo piacevole sul palato. Finale sapido e prolungato.

Vitovska Kamen 2015, linea Kamen
Fermentazione con macerazione in tini di pietra, un materiale particolarmente adatto a mantenere sotto controllo la temperatura del mosto. Una volta raccolta la varietà della vitovska, viene diraspata e messa nella vasca di pietra, dove avvengono poi la fermentazione e la macerazione. Le bucce rimangono a macerare per circa 18 giorni, dopodiché il vino viene travasato e messo nelle botti di rovere. 
Si sente la differenza sostanziale con la Vitovska precedente, pur essendo della stessa annata, al naso molto più intensa e strutturata, sottobosco, erbe officinali, frutta più polposa e matura e una mineralità ben spiccata. Evolve nel bicchiere presentando con il tempo note di spezie e note dolci, a mio avviso quasi vanigliate. Al gusto un corpo molto ampio, elegante e fresco, sapido ma in buon equilibrio con una lieve morbidezza. Una lunga persistenza, assolutamente piacevole per la sensazione di pulizia e eleganza che lascia.

Prulke 2015, linea classica
Uve: 60% Sauvignon, 20% Vitovska 20%, Malvasia 20%
Vendemmia: manuale in piccole cassette.
Vinificazione: diraspatura, fermentazione e macerazione sulle bucce in tini aperti con più follature
giornaliere e nessun controllo di temperatura. Lieviti autoctoni.
Fermentazione malolattica: in botti grandi di rovere
Affinamento: in botti medie e grandi di rovere di Slavonia e francese, tostatura naturale.
Imbottigliamento: senza filtrazione e nessun tipo di stabilizzazione.
Commercializzazione: dopo due anni
Color giallo dorato, lievemente velato. Al naso note floreali e fruttate, lavanda e agrumi su tutto, quasi mandorlato e speziato con sentori pungenti di zenzero alla fine. Al gusto avvolgente e complesso, acido e fresco, di facile beva con una buona persistenza.

Prulke 2008, linea classica
Io gioco in casa sui “nostri” vini, perchè alla fin fine ci son cresciuta e so apprezzarli nelle loro particolarità, ma indubbiamente confrontarsi con un vino autoctono e per di più “orange” credo sia un banco di prova non indifferente per i “foresti”.
Intrigante giallo carico tendente al ramato, velato, sfaccettato, sicuramente particolare e affascinante. Al naso caleidoscopico e quasi arrogante tra agrume, salmastro, erbe aromatiche, spezie, resina, miele. Assoluta corrispondenza al gusto: morbido, caldo e balsamico. Vivo e in evoluzione ad ogni sorso, minerale e a tratti quasi salato, sensazioni di masticazione, carattere liquido, un finale lunghissimo e, alla fine, quasi amaro. La famosa scontrosa grazia.

I rossi

Teran 2015, linea classica
Vendemmia: manuale in piccole cassette.
Vinificazione: diraspatura, fermentazione e macerazione sulle bucce in tini aperti con più follature
giornaliere e nessun controllo di temperatura. Lieviti autoctoni.
Fermentazione malolattica: in botti grandi di rovere
Affinamento: in botti medie e grandi di rovere di Slavonia per due anni.
Imbottigliamento: senza filtrazione e nessun tipo di stabilizzazione.
Commercializzazione: dopo due anni
Colore rosso rubino, riflessi violacei che si notano soprattutto sull’unghia. Al naso fruttato denso con spunti di mirtillo, mora, fragolina di bosco e floreale con una viola bella carica. Al gusto assolutamente tipico nelle sue peculiarità, ruvido e fresco, minerale e spigoloso, una tannicità esplosiva e importante. Acidità bilanciata bene con piacevole persistenza.

Roz 2012, linea green
Uve: 40% Merlot, 40%Terrano, 20% Refosco dal peduncolo Rosso
Vendemmia: manuale in piccole cassette.
Vinificazione: diraspatura, fermentazione e macerazione sulle bucce in tini aperti con più follature
giornaliere e nessun controllo di temperatura. Lieviti autoctoni.
Fermentazione malolattica: in botti grandi di rovere
Affinamento: in botti piccole, medie di rovere di Slavonia per due anni, 6 mesi di affinamento in
bottiglia.
Imbottigliamento: senza filtrazione e nessun tipo di stabilizzazione.
Commercializzazione: dopo due anni
Colore rosso rubino. Al naso fruttato con note di frutta piccola rossa di bosco, floreale, ricco ed elegante. Al gusto fresco e fruttato, tannino importante, grande bevibilità.

Ruje 2011, linea collezioni
Uve: 85% Merlot e 15% Terrano
Vendemmia: manuale in piccole cassette.
Vinificazione: diraspatura, fermentazione e macerazione sulle bucce in tini aperti con più follature
giornaliere e nessun controllo di temperatura. Lieviti autoctoni.
Fermentazione malolattica: in botti grandi di rovere
Affinamento: in botti piccole, medie e grandi di rovere di Slavonia per tre anni, un anno di
affinamento in bottiglia.
Imbottigliamento: senza filtrazione e nessun tipo di stabilizzazione.
Commercializzazione: dopo quattro anni
Colore rosso rubino intenso. Al naso fruttato con note di frutta piccola rossa di bosco, floreale, ricco, austero, intenso. Al gusto ampio, fresco e intenso, abbastanza tannico, di grande struttura e con un finale persistente.

Ringrazio QB Quanto Basta Magazine, che ha organizzato la visita e ovviamente Luis Walter Bortolotto, persona che stimo molto ma con cui purtroppo (purtroppo per me, per lui quasi una fortuna…) parlo sempre troppo poco.