L’azienda Scolaris, a San Lorenzo Isontino, parte dal lontano 1924 come produzione di vino, ma ha saputo mantenersi giovane e a passo coi tempi arrivando fino all’esportazione dei propri prodotti in giro per tutto il mondo.
Si parte con la visita a Villa Folini, dimora storica della famiglia Scolaris, sotto la splendida accoglienza di Claudio Bertosso, direttore commerciale dell’azienda, nel modo più suggestivo di tutti: un aperitivo al tramonto in vigna con la Ribolla Gialla in versione spumantizzata. Vigna didattica con filari di Ocelot, un vitigno autoctono ormai quasi estinto e di cui si sa poco dell’origine. Leggende popolari parlano di stormi di uccellini che, tra tutte le uve dei vigneti, si fermavano a mangiare proprio l’Ocelot dei grappoli brillanti con peduncolo robusto con acini succosi. Un vitigno comunque complicato, con tendenza a invaiare e maturazioni tardive, una vinificazione problematica, infatti non viene vinificato ogni anno.
Si prosegue poi con la visita in cantina dove ci accolgono le imponenti vasche in cemento, antiche ma sempre attuali, e la barricaia dove riposano i vini rossi. Un innovativo e moderno metodo di imbottigliamento, con un sistema di lavaggio e asciugatura delle bottiglie secondo i rigidi canoni per l’esportazione all’estero, conclude il ciclo di questa azienda con numeri davvero impressionanti di produzione e esportazione.
Arriva poi il momento più atteso: la degustazione, in una bellissima sala con caminetto centrale di Villa Folini.
Ribolla Gialla e Malvasia per i bianchi. Entrambi racchiudono le tipicità del Collio nella loro freschezza e eleganza, vini puliti e di gran equilibrio. La Ribolla Gialla DOC 2017 medaglia d’oro al prestigioso concorso internazionale “Challenge International du Vin”, che si tiene annualmente a Bordeaux, in Francia, una delle capitali mondiali del vino e che si è imposta su ben 3761 vini diversi, provenienti da ben 37 Paesi di tutto il mondo (tanto per dire due cifre…).
Si passa poi ai rossi con uno Schioppettino atipico, molto diverso dal tipico vino a cui, personalmente, sono abituata. Uno Schioppettino, quello di Scolaris, morbido, caldo e amabile, uno dei vini più amati che l’ha reso uno del prodotti di punta dell’azienda.
Si conclude poi con la grande attesa della serata: l’Ocelot. Un vino complicato fatto solo in alcune annate ( 1992, 1995, 1999 e 2003) con una processo lungo e articolato: riposa e si evolve in barriques di Rovere di Slavonia da 225 litri. Al termine della fermentazione alcolica (che lo porta a una gradazione del 14,5%), supera una degustazione “selettiva”, durante la quale si elimina il prodotto che non presenta la migliore qualità e si individua il “nocciolo” dell’assemblaggio. Viene poi ridistribuito tra le barriques rimaste dopo l’eliminazione di quelle più vecchie. Il monitoraggio del vino si compie regolarmente ogni 6/8 mesi, con continui assemblaggi, fino ad arrivare dopo quasi 6 anni a quello definitivo. Filtrato e imbottigliato, rimane in cantina altri sei mesi prima di essere commercializzato.
Il risultato è un vino che racchiude tutto l’amore per il territorio e la tenacia nel voler salvaguardare un vitigno antico e dimenticato, di un colore rosso granato impenetrabile con un ampio e variegato bagaglio di profumi che spaziano dalla frutta rossa allo speziato intrigante e affascinante. Un vino di gran struttura e ancora vivace, naturalmente vocato a lunghi invecchiamenti.