Ronco delle Betulle: verticale Pignolo

L’azienda

Ronco delle Betulle è situata all’interno della DOCG Rosazzo, nei pressi dell’omonima Abbazia romanica di Rosazzo costruita fra il 1068 e il 1070. Il riconoscimento come DOCG avviene nel 2011, precedentemente i vini erano inclusi come sottozona all’interno della precedente Colli Orientali del Friuli DOC. Nella stessa Abbazia di Rosazzo sono conservati documenti storici che testimoniano come la produzione di vino fosse direttamente connessa con l’esistenza della stessa Abbazia, a partire dagli anni del XIII secolo. 
Avviata dal nonno Giambattista Adami nel 1967, ampliata e modernizzata negli anni 90 dalla madre Ivana, ora viene condotta da lei e dal figlio Simone.
Viene fatto un gran lavoro a partire dalla campagna, con cura delle piante e non troppi trattamenti diserbanti (solo zolfo e rame).

Il territorio

Un microclima particolare quello delle colline che circondano Rosazzo, la vicinanza del mare, la ventilazione dovuta all’altitudine e il clima meno piovoso rispetto alle altre zone creano delle caratteristiche ottimali per la coltivazione della vite (e da una buona maturazione tardiva ai rossi).
Anche il terreno ha una parte fondamentale e qui si ritrovano specifiche altrettanto ideali: la “ponca” (marne eoceaniche) è molto minerale, ricco di sostanze nutritive e drenante, quindi porta quasi in sofferenza la pianta ed aiuta a dare dei caratteri eleganti ma decisi ai vini.

Il Pignolo

Vitigno autoctono del Friuli Venezia Giulia molto antico: le prime notizie si hanno già a partire dal 1300. Scomparso per anni a causa di difficoltà di coltivazione (resa bassa, sensibile allo oidio) viene recuperato negli anni 80 utilizzando i pochissimi ceppi ritrovati nei vigneti dell’Abbazia.
A Ronco delle Betulle i vigneti di Pignolo hanno l’esposizione migliore: a sud-est e una bassa resa per ettaro (35 hl) grazie a un lavoro di diradamento. La vendemmia avviene tardiva verso gli inizi di ottobre cercando di ottenere la giusta maturazione, quella polifenolica nel Pignolo non è mai ideale, quindi si cerca sempre di trovare il giusto compromesso.
30 giorni di macerazione in tini di legno, fermentazione alcolica con lieviti indigeni e malolattica spontanea.
L’affinamento in botti di rovere francese da 3 hl e 5 hl, di secondo passaggio, per un periodo che va dai 18 ai 30 mesi, dipende dalle annate.
Il lungo affinamento è necessario per arrotondare la tannicità caratteristica di questo vino che ha un grande potenziale di invecchiamento.

La verticale

2010
Annata potente, estate equilibrata, un settembre piovoso e non troppo caldo ha portato ad aver un vino più elegante, complesso e ricco rispetto alle altre annate.
Un rosso rubino quasi impenetrabile, al naso sottobosco con tutti i suoi piccoli frutti scuri, ciliegia matura, tabacco dolce e speziatura. Un tannino ancora tagliente dovuto alla sua giovinezza, irruento con note verdi ancora da equilibrare, persistente.
Tra i tre è stato il mio preferito nonostante la giovane età. Indubbiamente più scomposto rispetto al 2007, ma si percepisce la sua potenzialità dopo i giusti anni di affinamento. Mi ha affascinato la sua eleganza già ben presente anche se acerba.
2007
Annata particolare e difficile. L’inverno precedente è stato molto caldo così come la primavera che ha portato una germogliazione anticipata. La vendemmia dei bianchi addirittura fatta a fine agosto, tutto anticipato di un mese.
La vendemmia di questa annata è stata fatta a inizi settembre con uve già molto mature.
Anche qui sottobosco, ma con frutti a prevalenza rossa più che nera, note fruttate decisamente in evidenza.
Il tannino è sempre presente, ma più morbido in entrata rispetto al 2010, con una beva più equilibrata.
2004
Prima annata imbottigliata, una parte vendemmiata a metà settembre (qui ancora veniva fatto l’appassimento di un mese sui graticci, poi abbandonato dopo alcuni anni) e metà a fine settembre.
Annata non caldissima che ha portato difficoltà nella maturazione completa.
Ricco e complesso, si sente l’evoluzione anche se pare più giovane, lievemente “falsato” dall’appassimento che porta sentori dolciastri.
Non prediligo i vini con appassimento, limite mio probabilmente, perchè ne sento spesso una pesantezza di fondo che non mi invoglia a finire il bicchiere.
Narciso 1999
Domina il Cabernet Sauvignon con il 75%, ammorbidito da un 20% di Merlot e un’aggiunta ruspante con 5% di Cabernet Franc.
Bella annata per i vini rossi con una maturazione ottimale, tutte le vendemmie sono state fatte a fine settembre/inizio ottobre,
Dai 13 ai 20 giorni di macerazione, affinamento separato per ogni varietà di due anni in legno piccolo nuovo o seminuovo.
Strutturato, elegante e imponente con una bellissima corrispondenza tra naso e bocca, morbido e potente nonostante l’età con un tannino ben integrato e rotondo.
Io notoriamente non sono grande amante dei tagli bordolesi, ma questo è decisamente un buon prodotto che riberrei volentieri.