L’Azienda Vinicola Skok, nella bellissima Giasbana (San Floriano del Collio, Gorizia), nel Collio e immersa nel verde dei filari, fondata nel 1968 dai fratelli Giuseppe e Armando Skok, ma la famiglia era già presente sul territorio da secoli a mezzadria, la casa padronale infatti risale al 1546. Dal 1991 gestita dai loro figli di Giuseppe, Edi ed Orietta.
5 vitigni e 7 vini prodotti: Sauvignon blanc, Chardonnay, Friulano, Pinot Grigio, Merlot (in due versioni).
Vigneti suggestivi (di 25 e 48 anni…) come la loro storia, dove i confini di stato finisco e iniziano tra i filari, talmente labili e onirici che nei tempi bui della ripartizione del territorio tra Italia e ex Jugoslavia, venivano spostati nottetempo dai vignaioli per guadagnare qualche metro in più.
Un terroir, quello del Collio, fatto anche di storia e non solo geografia e geologia. Frontiere ormai abbattute, dove da sempre la natura non ha confini precisi, Brda e Collio da sempre luoghi di attraversamento di diverse culture e popoli, ora riunite nell’eccellenza dei loro prodotti poichè, fortunatamente, il vino non ha colore politico.
La cantina, piccola ma funzionale, interrata senza climatizzazione se non quella naturale, inaugurata nel 2014 a basso impatto ambientale e visivo presenta, nella barriquaia, un pozzo di acqua sorgiva risalente al 1546 e mattoni fatti a mano in una fornace di Mossa. Le barrique, di legno canadese, ma lavorato in Francia sono destinate all’affinamento del merlot.
Si definiscono “bianchisti” in quanto la loro produzione è per la maggior parte composta da vini bianchi, ma nel Collio l’eccellenza del vino bianco (definito quasi culto da loro) è divenuta ormai una certezza riconosciuta a livello nazionale ed è un loro punto fermo, morale, realizzare vini di altissima qualità per tenere alto il nome dei bianchi del Collio seguendo scrupolosamente il disciplinare, infatti tutti i loro vini sono DOC Collio. Il Consorzio Tutela Vini del Collio ha un disciplinare molto severo sull’allevamento della vite, sulla produzione del vino e sul suo imbottigliamento.
La degustazione
Bianchi
Pinot Grigio 2017, 14%
Loro punta di diamante con numerosi riconoscimenti nel corso degli anni (2 biacchieri gambero rosso, 4 grappoli A.I.S., 4 bottiglie guida l’Espresso): qui trovate la scheda.
15 ore sulle bucce (3 ore più dell’anno scorso poichè le bucce quest’anno risultavano più spesse) danno a questo vino un incantevole colore giallo dorato, buccia di cipolla, brillante. Intenso e fine al naso, floreale e quasi impertinente nel suo buquet di fiori bianchi e frutta vicino alla maturazione, lievemente agrumato. Non ancora molto complesso, ma estremamente affascinante al naso nonostante la giovanissima età. Al gusto si sente il suo essere ancora in divenire, fresco e secco, lievemente balsamico, minerale, indubbiamente pecca della mancanza di affinamento in bottiglia, lasciato lì il giusto tempo diventerà un vino davvero notevole, sicuramente molto elegante e ben strutturato.
Chardonnay 2017, 14%, scheda con i vari riconoscimenti: qui
Giallo paglierino con riflessi verdolini che denotano la sua giovinezza. Difficile classificarlo o giudicarlo ancora perchè si sente la mancanza di maturità, ancora slegato sia nell’olfatto che al gusto, profumi di mosto, di sicuro dopo il giusto tempo in bottiglia raggiungerà la sua classica rotondità nel gusto e la tipica eleganza al naso.
Zabura 2017, 13,5%, scheda con i vari riconoscimenti: qui
100% friulano (ex tocai) Zabura è un nome antico, legato direttamente alla loro terra: già nelle antiche mappe catastali dell’Impero Austriaco che rappresentano la tenuta Skok, è indicato l’appezzamento di terreno, il Cru, dove sono piantate le viti, proprio con il nome Zabura.
Giallo paglierino intenso. Al naso dolce e mielato, note agrumate, mandorla quando si apre. Bella corrispondenza tra naso e bocca, rotondo, un gusto interessante e avvolgente, morbido e caldo. Persistente. Nonostante la giovane età è quasi pronto.
Sauvignon 2017, 14%, scheda con i vari riconoscimenti: qui
Giallo paglerino con riflessi verdolini, anche questo sia al naso che al gusto, per quando intenso e lungo, fa sentire la sua giovinezza e la mancanza di un affinamento che, sicuramente, porterà eleganza (già in divenire da ora comunque) e raffinatezza sia al naso che al gusto.
Bianco Pe/Ar DOC Collio 2016, 15%, scheda con i vari riconoscimenti: qui
Assemblaggio di vini ideato da Edi Skok responsabile della cantina nella tenuta Skok. Il nome è un tributo ai fratelli fondatori dell’azienda: Giuseppe, detto Pepi, ed Armando Skok: dalle prime due lettere il nome del vino.
55% Chardonnay (22% da vendemmia surmatura e poi una parte in barrique per un anno), 30% Pinot Grigio, 15% Sauvignon .
Alcune annate, se considerate non rispondenti alle caratteristiche di qualità che l’azienda Skok ha stabilito e vuole mantenere, non vengono imbottigliate e non sono commercializzate. Questo dimostra il profondo rispetto che nutriamo per quello che produciamo e soprattutto per le persone che degustano i vini Skok.
Vino assolutamente, dal mio punto di vista, da bere da solo per assaporarne tutte le sfumature, da meditazione. Strutturato, complesso e importante sia al naso che al gusto. Estremamente sfaccettato. Piacevoli note agrumate e vanigliate, si riescono a sentire le diverse peculiarità delle varie uve, ma non disarmoniche o predominanti una sull’altra, ma anzi perfettamente e piacevolmente fuse tra loro. Raffinato e elegante, gradevolmente persistente e avvolgente.
Rossi
Merlot 2015, 14%, scheda con i vari riconoscimenti: qui
Vigne di 40 anni di una particolare varietà di Merlot che prende il nome di Ferrari. Il clone F2, che dà un grappolo piuttosto spargolo, è diventato molto raro e si contano pochissimi impianti di questo vitigno ancora in produzione. Viene fatto maturare una prima volta in cantina per circa un anno, poi ha una seconda maturazione in bottiglia per circa sei mesi.
Rosso rubino. Al naso si sentono i profumi di fiori e frutta a bacca rossa. Sentori di spezie e di cioccolata danno una nota esotica. Risulta comunque molto fresco e dal gusto vinoso.
Merlot Villa Jasbinae 2011, 14,5%, scheda con i vari riconoscimenti: qui
Prende il nome dal palazzo nobiliare di campagna, edificato prima del 1500 ed ora al centro della tenuta, in cui è stata collocata la sala degustazione. L’uva per il Villa Jasbinae viene da un vigneto in produzione dal 1969: da quarant’anni fornisce dell’uva di varietà di Merlot, messa a dimora è denominata Ferrari F2 con pochissimi impianti di questo clone ancora in produzione e l’uva prodotta ha caratteristiche veramente particolari.
40 mesi in barrique, viene imbottigliata sono in bottiglie da mezzo litro (per gli amanti) o magnum (per gli amici)
Rosso rubino bello carico. Al naso profumi intensi e avvolgenti di frutta a bacca rossa: mirtillo, lampone mora. Troviamo anche una decisa componente di cioccolata amara e naturalmente un lieve sentore di vaniglia. Al gusto sensuale ed avvolgente, armonico e con una bella e rotonda tannicità, persistente ed intenso.
Da ringraziare
La vulcanica Orietta Skok e il suo assolutamente professionale nipotino per la splendida ospitalità, la pazienza e le spiegazioni esaustive, nonostante la combriccola caciarona. Fabio, mio collega corsista A.I.S. che mi accompagna in queste avventure enologiche. La rivista QB Quanto Basta Magazine promotrice dell’iniziativa, sperando ne organizzino sempre e sempre di più e Luis Walter Bortolotto con cui finalmente son riuscita a scambiare qualche parola in più!