Cos’è un’osmiza
Diversi documenti attestano l’esistenza delle osmize in periodo medioevale. Uno, del 1430, riporta come i contadini di Prosecco presso Trieste sostenessero che il loro vino sfuso venduto sul posto fosse esente da dazi. L’antica usanza fu quindi restaurata, ristabilendone un preesistente radicato diritto, con un decreto del 1784 emanato da Giuseppe II d’Asburgo[5]. Il decreto permetteva agli agricoltori di vendere vino sfuso prodotto in casa per un periodo di otto giorni. Il termine osmiza (in sloveno osmica – pronuncia: osmizza) viene da osem che significa “otto” e indicava la durata della concessione del periodo di apertura, di otto giorni appunto, delle osmize.
Quindi non le trovate aperte sempre, ma solo in determinati periodi, a rotazione. Al di là del telefonare per sapere se è aperto e per prenotare, infatti molte hanno tavoli limitati quindi meglio sempre fermarli, soprattutto in quelle molto frequentate, un valido strumento è anche il sito Osmize.com dove le trovate tutte, le indicazioni per come arrivarci e soprattutto le date di apertura.
Come segno di riconoscimento l’editto dell’imperatore asburgico era chiaro: l’osmiza doveva essere indicata con una frasca lungo la strada e sulla casa dove si vendevano i prodotti altrimenti attività confiscata. Ancora oggi è così, nulla è cambiato. Pertanto, lungo le strade del Carso fate attenzione alla frasca con la freccia a indicarvi la direzione, vi porterà dritti a destinazione.
Dove
Sicuramente il solito tagliere di affettati misti (cotto a mano, coppa, pancetta, crudo, salame, formaggi e sottaceti), il vino sfuso (sia bianco che nero), l’osmiza Budin offre anche il loro vino imbottigliato: Vitovska e Malvasia come bianchi, Terrano per il rossi, tutti ovviamente in purezza e davvero buoni. La Vitovska è uno dei miei bianchi autoctoni preferiti e, in questa, ho ritrovato i profumi delicati di fiori di campo, fieno, pera croccante, agrumi e salvia splendidamente fusi assieme, una bellissima freschezza che si apriva decisamente su note salmastre, sapide e minerali. Notevole anche il Terrano bello fresco, asciutto e spigolosamente tannico come deve essere.
Per tradizione, in osmiza, di beve vino e si mangia l’uovo sodo (ovo duro) con sale e pepe.
Scoperta magnifica del pomeriggio: Vitovska macerata, 8 giorni sulle bucce. Uno splendido giallo dorato che appaga la vista, un ventaglio olfattivo intenso e seducente, strutturato e sfaccettato. Fresco, minerale e assolutamente persistente.
Ormai sono entrata nel tunnel degli orange wine e non so se ho voglia di uscirci…