Il mio diploma A.I.S.

Il mio percorso A.I.S. è iniziato quasi per caso, nonostante il mio già pregresso amore per il vino e la gastronomia, seguendo un’amica e sapendo soprattutto dell’inizio del primo livello solamente due giorni prima.
Mi sono iscritta al volo i primi di gennaio 2018 ed è stato amore fin dalla prima lezione.
Un percorso in crescendo fatto di nuovi amici, degustazioni guidate e cantine da scoprire capitato in un periodo della mia vita dove sentivo il bisogno di un cambiamento ed effettivamente ha portato davvero dei notevoli cambiamenti sia nel mio stile di vita che nelle amicizie.
Con l’inizio del secondo livello, ad aprile, ho creato un gruppo per le palestre degustative tra alcuni miei compagni di corso.
Ci trovavamo una volta alla settimana, ognuno portava una bottiglia “alla cieca” (avvolta nella stagnola), si degustava facendo la scheda analitico descrittiva A.I.S. rigorosamente a memoria (pratica fondamentale: all’esame bisogna saperla perfettamente e nella corretta sequenza) e poi ci si confrontava tra noi creando delle discussioni stimolanti e critiche.
Una pratica che consiglio a tutti i corsisti: fare e rifare la scheda, provare e riprovare vini, non serve siano del vini di alto livello, anzi, spesso è bene far palestra su quelli “didattici” per capire le sfumature e in caso anche i difetti, i vini eccellenti è ovvio siano perfetti e buoni, però bisogna farsi anche una bella base critica prima di poter apprezzare determinate etichette e soprattutto cercare sempre il confronto, con compagni di corso, sommelier, appassionati, produttori, con chiunque possa darvi chiavi di lettura diverse.
L’estate del 2018 è stata un susseguirsi di manifestazioni enologiche, visite in cantina e serate di degustazione senza però dimenticare il lato teorico del vino.
Conviene studiare per tempo, i libri dei tre livelli sono decisamente pieni di nozioni, se ci si riduce all’ultimo diventa un massacro di notti in bianco per riuscire a immagazzinare più dati possibili (e con scarsi e confusionari risultati).
Ad ottobre 2018 è iniziato il terzo livello, ho deciso di far uno di seguito all’altro per rimanere fresca di studio, ma soprattutto perchè ormai ero presa dal sacro fuoco enologico e avevo (ed ho) una grandissima sete di sapere.
Tutti dicono sia il più interessante e “leggero” in quanto tratta l’abbinamento cibo/vino. Non fatevi ingannare, anche in questo livello ci son tantissime nozioni da imparare, soprattutto per chi è digiuno di gastronomia (io, dalla mia, ho avuto la fortuna di aver alle spalle anni di studio di formaggi e salumi).
I primi di marzo il fatidico esame teorico. Non so se davvero avevo studiato tanto (e di questo devo ringraziare il mio compagno di corso e un amico già sommelier per i pomeriggi e serate intere passati a ripassare a casa mia tra un tarallo e un calice) ma lo scritto è andato bene, soprattutto nelle 12 domande a risposta libera. Son uscita davvero soddisfatta delle risposte date, io che di solito sono molto autocritica.
Il 13 aprile l’esame orale e la prova di servizio. Appena iniziato ho avuto un momento di black out dovuto alla tensione, ma grazie all’esaminatore che ha capito il momento di panico son poi riuscita a sbloccarmi e portare a casa il risultato.
La scorsa settimana finalmente la consegna del diploma, della spilletta e del tastevin, ma come si suol dire…. ora sono appena all’inizio di un bellissimo percorso fatto di studio, conoscenza, approfondimenti e tanti bellissimi calici.